lunedì 27 ottobre 2008

CURIOSANDO... ANALIZZANDO... VERSIFICANDO




A volte mi capita di gironzolare per il web come farei per le vie della città: senza meta, senza fretta... per il piacere di perdermi e il gusto di ritrovarmi... e capita che il web premi la mia curiosità e mi confermi che anche la tecnologia può fare scoprire antichi tesori.

Qualche giorno fa ho scoperto l'angolo di un... secondo me di un poeta, che fa poesia con il suo pianoforte. E' un angolo virtuale come questo mio blog, ma sembra accogliente, rilassante e, soprattutto, autentico.






Quella persona mi ha fatto riflettere. Suona d'incanto e si mette in gioco regalando a piene mani la magia di tasti bianconeri carezzati con dolcezza.

Io faccio poesia con le parole da una vita, con quella materia prima duttile ed evanescente che tutti noi bistrattiamo e storpiamo quotidianamente che è la nostra lingua, musicale come uno strumento... ma sono sempre stata restia a condividere le mie poesie, risultato di faticosi e - a volte - dolorosi processi di conoscenza.

Sentirmi dire genericamente "bella" o "triste", o "ma cosa volevi dire?" o ancora "non la capisco" mi ha sempre trattenuta dal condividere con altri le mie parole. Così ho pagine e pagine dattiloscritte chiuse in un cassetto, ciechi aeroplanini di carta che non hanno mai provato la gioia del volo, imbrigliati dalla mia paura di cadere.

Eppure questo autunno sono diventata coraggiosa e voglio credere alla canzone che dice "la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare". Ho qui giusto qualche verso che vuole tentare un salto. Pensieri che anelano il volo.

Voglio solo ricordare una cosa, più che altro a me stessa. Non scriviamo cose belle o brutte, tristi o allegre, o cose che "debbano significare". Non scriviamo cose.
Scriviamo parole. Che a volte trillano argentine. A volte sussurrano meste. A volte fluiscono armoniose.
Come note da un pianoforte.
Lucetta

2 commenti:

Lady Night ha detto...

Jovannotti è un poeta le sue parole fluiscono come un'energia vitale che ti afferra e ti trasporta con lui. Dopo una sua canzone sono stanca come se avessi corso. E' vero Luci... è strano a me sta capitando una cosa simile . ma io non ho paura di volare o di cadere ma di essere derisa. Già dirlo m'imbarazza. Io credo che scrivere sia cercare di fermare il fluire della vita, mentre cerchi di spiegare cosa accade giè cambiato. Le parole non ce la fanno non sono abbastanza veloci però quando le leggi.. sono lì e acquistano una vita e un significato proprio, al di là del motivo per cui sono nate. Il loro senso è esserci, comunque. Se sono vere! Baci, Carla.

llucya73 ha detto...

mi fa piacere che tu sia venuta a trovarmi!
anche dai tuoi brevi commenti trapela una vivacità di spirito veramente notevole!!
e concordo con quello che hai scritto... anche essere derisa è qualcosa che trattiene dal mostrare cià che scriviamo: la parte più profonda e intima di noi.
baci
lucetta